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Intervista ai Silenzio è Sexy

Intervista ai Silenzio è Sexy
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Se state cercando la giusta colonna sonora per un lungo viaggio in treno o in macchina, fermate la ricerca: i Silenzio è Sexy fanno al caso vostro.

Intervista ai Silenzio è Sexy

Quando la freschezza, la spensieratezza e la poeticità si fondono insieme non possono che succedere grandi cose. Questo è il caso dei Silenzio è sexy, band pop-cantautoriale fiorentina formata da Marco Carnesecchi (voce, chitarra, tastiere), Daniele Vettori (cori, chitarra, tastiere) e Richard Cocciarelli (cori, batteria, percussioni). Il loro ultimo lavoro, “Gentile sempre” (uscito nel maggio 2015), è un caleidoscopio di sonorità, un viaggio musicale tra introspezione e temi sociali che, dietro la sua immediatezza, nasconde un lavoro ricercato e mai banale.

Iniziamo con le curiosità: Silenzio è sexy, da dove viene un nome così originale?

Da uno dei milioni di lavori che ha fatto Marco Carnesecchi. Ora vi spieghiamo: mentre era a lavoro come guardiano al Museo di S. Croce a Firenze, per un gioco di tempistiche urlò “Silenzio” ad un gruppo di stranieri rumorosi, mentre un altro disse “ss Sexy” riferito al crocifisso di Cimabue. Da lì l’illuminazione! In più crediamo fortemente che ogni tanto un po’ di silenzio possa “far bene” all’anima.

Come è nata la band e come descrivereste il vostro sound e la vostra identità a chi non vi conosce?

È nata come tutte le band, un po’ per caso, un po’ per fortuna. Ci siamo incontrati nel momento giusto con la stessa voglia e determinatezza di fare musica che ci piacesse in italiano. Definire un genere è sempre difficile, diciamo che gli ingredienti che ci piace mescolare sono la spontaneità, il buon cantautorato e l’ironia.

Ascoltando i vostri pezzi è inevitabile soffermarsi sulle parole, che rimandano alla tradizione del miglior cantautorato italiano. Come avviene il processo creativo? Nascono prima i testi o l’accompagnamento?

In genere nascono sempre da un’idea musicale, poi viene sviluppato il testo. Raramente avviene il contrario.

Il vostro ultimo lavoro, “Gentile sempre”, è uscito la scorsa primavera. Potete dirci qualcosa sull’album? Sonorità, tematiche, accoglienza del pubblico?

Il disco è stato registrato e prodotto direttamente da noi, puntando molto sulla spontaneità e cercando di divertirci, mischiando quante più cose potevamo passando da ukuleli scordati, agli anni 80, dil buon cantautorato a Carlo Mazzacurati (una sua frase è citata nella titletrack “Gentile Sempre”), da macchine da scrivere a mixer vintage improbabili e ad ogni qualsivoglia strumento a nostra disposizione… un “acusti-cantautoral-sperimental-elettro-pop”! Abbiamo toccato temi veramente differenti, si va dalla religione di “Suora Zen” al tema ecologia di “Signor Pianeta”, fino agli stati d’animo di “Panico” e al racconto storico di “Autobus 37” (una dedica a tutti gli “eroi” della strage di Bologna il 2 Agosto 1980 con una lente di ingrandimento, appunto, sull’autobus numero 37 che Agide Melloni guidò per 15 ore di fila dalla stazione all’ospedale).

Parliamo di “Panico”, singolo dell’album. Il video è molto particolare e ricorda un poliziesco anni ’60: c’è un significato dietro? Di chi è stata l’idea della sua realizzazione?

Per Panico ci siamo affidati al regista Andrea Tani, il quale ha sviluppato il concetto di base che volevamo trasmettere: di fronte al panico l’essere umano indossa una maschera per recitare, per salvarsi. Da lì abbiamo giocato sul poliziesco anni ’60, il balletto finale è stata la ciliegina sulla torta che ci ha fatto veramente sudare!

Essendo voi stessi degli “animali da palcoscenico”, avete notato una crisi dei live nella scena musicale fiorentina e italiana degli ultimi anni? Cosa ne pensate?

La scena live è un po’ in difficoltà per vari motivi. Sicuramente la condizione economica dei gestori dei locali non ha dato una mano; noi personalmente facciamo parte, proprio per placare questa crisi, di una comunità di musicisti fiorentini chiamata “Fiore sul Vulcano”. La comunità è nata per la necessità di condivisione e aggregazione che ultimamente si è un po’ persa; fra di noi ci aiutiamo per il live, le produzioni e tutti gli aspetti che riguardano la diffusione mediatica, in parole povere ci diamo una mano invece che ostacolarci.

Visti i problemi e le difficoltà che molte giovani band incontrano, pensate che internet e il crowdfunding (stile Musicraiser) possano essere un aiuto o credete che il web abbia effetti negativi sulla musica?

Ben vengano tutte le forme di “aiuto” per l’arte! Internet ha dato la possibilità di divulgare il proprio lavoro ad un numero enorme di persone, noi stessi abbiamo usato Musicraiser per realizzare e stampare “Gentile Sempre”.

A cura di Daniele Mu

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