Alla scoperta della professione del cappellaio, dalla storia ricca di curiosità.

Il mestiere di cappellaio è molto interessante, soprattutto sotto il profilo ideativo e le curiosità legate alla sua storia.
Ormai sono pochi quelli che ne fanno uso, tuttavia il lavoro continua ad essere tramandato di generazione in generazione.
Se da una parte i modelli per uomo sono pochi, quelli da donna sono creati direttamente dalla fantasia del cappellaio. Indossato durante un’occasione importante, il cappello diventa segno di distinzione ed ammirazione.
Un antico mestiere dalle mille curiosità

Anticamente il cappellaio era colui che nella caccia col falcone metteva o legava, secondo le necessità, il cappello allo sparviero. Ovviamente realizzava, vendeva, riparava, ripuliva o rinfrescava berretti e cappelli.
La sua bottega era un patrimonio prezioso trasmesso in eredità al figlio unitamente al marchio e all’insegna. Il mastro cappellaio del ‘700, come tutti i depositari di un sapere pratico che si esprime in manufatti costantemente perfezionati, capolavori di manualità e di ingegno, è ancora oggi circondato da un’aura di rispetto.
Conoscitore di una materia quasi impalpabile, dalle mille varietà, il pelo, plasma e crea la sua opera unica ed originale. La dimestichezza con sostanze chimiche dall’elevata tossicità (il vetriolo, il campaccio e l’arsenico) ne fanno un personaggio misterioso.
Segreta è l’operazione chimica sul pelo, senza la quale questo materiale rimarrebbe inadatto ai fini dell’impiego nella lavorazione artigianale del cappello.
Il cappellaio ai giorni nostri

Almeno fino alla fine della Prima guerra mondiale (1918) il cappello era indispensabile all’uomo di qualunque ceto sociale, allo stesso modo delle scarpe.
Oggi il settore è caratterizzato dalla progressiva meccanizzazione e dalla strenua difesa della professionalità da parte dei maestri cappellai minacciati dall’automazione.
Fortunatamente esistono ancora delle storiche botteghe dal fascino senza tempo, come L’Antica Manifattura Cappelli. Si tratta di uno dei pochi laboratori che ha ottenuto il riconoscimento di Bottega Storica di Roma. Aperto nel 1936 dalla famiglia Cirri, è il più antico cappellificio della città.