Alla scoperta dell’arte povera, corrente artistica italiana, che rappresenta il movimento d’avanguardia più significativo e influente in Europa durante gli anni Sessanta.

L’arte povera è un movimento nato nell’ambito dell’arte concettuale, tendenza apparsa in Europa intorno al 1960, che si opponeva alle forme artistiche conosciute fino a quel momento. Gli artisti sostenevano infatti che l’arte non risiedeva nell’aspetto delle opere realizzate, ma nella loro idea, nel concetto.
La nascita del termine Arte povera
Questo nome fu coniato dal critico Germano Celant nel 1967 in occasione di una mostra a Genova e rappresentò una delle neoavanguardie più originali del panorama europeo degli anni Settanta. Questa corrente artistica si caratterizzava dall’uso di materiali poveri e di elementi naturali, come rame, pietra, terra, corda o acqua.
La natura viene riscoperta come energia vitale e in questo contesto l’arte non vuole interpretare o giudicare, ma riconoscere e percepire il fluire della vita.
L’arte povera ebbe il suo epicentro a Torino, ma raggiunse velocemente un’affermazione internazionale. Le principali figure del movimento furono gli artisti Giulio Paolini, Luciano Fabro, Emilio Prini, Alighiero Boetti, Pino Pascali e Jannis Kounellis. In seguito, la definizione si applicò anche alle opere di Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Anselmo, Pierpaolo Calzolari, Gilberto Zorio e Pietro Gilardi.
Tuttavia, nella sua opposizione alla tecnologia e all’era moderna, insieme alle sue evocazioni del passato e della memoria, il movimento è spiccatamente italiano.
Concetti e stili

Il movimento si distingue soprattutto per l’utilizzo di materiali di uso quotidiano, che contrastano con la sensibilità industriale del Minimalismo americano.
Allo stesso tempo si serviva di metodi d’avanguardia, come la performance, e approcci non convenzionali alla scultura, come l’installazione.
Michelangelo Pistoletto, ad esempio, è noto soprattutto per le opere in cui le immagini fotografiche delle figure sono esposte su degli specchi. Un mezzo che serve a creare un dialogo più personale tra arte e spettatore, libero da qualsiasi preconcetto.
Sviluppi successivi
Nonostante la crescente popolarità, la corrente si dissolse verso la metà degli anni ’70, quando i singoli stili degli artisti italiani continuarono a crescere in direzioni differenti. La loro breve unità, tuttavia, aveva già lasciato il segno nella storia dell’arte, attraverso la realizzazione di opere uniche e originali.