Dopo la dismorfia da selfie si aggiunge alla lista dei disturbi psicologici più diffusi quello della “Selfite”. Scopriamo di cosa si tratta.

Come si chiama la malattia dei selfie in realtà non ci è dato saperlo con esattezza. C’è chi la chiama “selfite” e c’è chi sostiene che tale disturbo esiste solo perché gli è stato dato un nome.
In ogni caso, in un paese come l’India che vanta un record di iscritti a Facebook e allo stesso tempo di morti per selfie pericolosi tale disturbo rappresenta un reale problema.
Come si chiama la malattia dei selfie: la “selfite”
La “Selfite”, almeno questo è il nome che gli è stato attribuito qui in Italia, è considerato dagli psicologi un vero e proprio disturbo della psiche. Che si tratti di Instagram (il social del selfie per eccellenza) o di Facebook tale malattia comporta il bisogno ossessivo di postare selfie sui social.
Esistono tre livelli di gravità a cominciare da quella borderline (pubblicare almeno tre selfie al giorno sul social), cronica (scattare foto h 24 e pubblicarle almeno 6 al giorno) e acuta, la più grave (tutti gli autoscatti che si fanno vengono pubblicati sui social).
Specchio specchio delle mie brame…
…chi è che ha più attenzioni nel reame? Più o meno uno dei motivi che sta dietro a questo disturbo sta proprio nella ricerca di attenzione e approvazione sui social network.
Per quello che invece riguarda l’approvazione a letto, giusto per alleggerire il discorso, è disponibile sul mercato un “preservativo intelligente” in grado di misurare i dati della nostra perfomance sessuale direttamente sullo smartphone. Siete pronti a condividerli?