Dopo birre e cocktail, anche il vino è alcol free: ecco il trend in crescita.
E infine venne il vino alcol free. Il primo brevetto di un vino dealcolato è datato 1908 in Germania, ma solo negli anni Ottanta il fenomeno ha assunto dimensioni significative.
Un esempio 100% italiano è lo Steinbock Alcohol Free Sparkling. Un prodotto nato a partire da vino dealcolizzato, che si ottiene lavorandolo con un’apposita tecnica, in grado di mantenere intatti gli aromi della materia prima.
Questa bollicina è prodotta da Martin Foradori, guida della celebre cantina altoatesina Hofstätter.
Come si produce il vino senza alcol
Questo particolare vino senza alcol nasce dalla distillazione sottovuoto. Si parte da un’attenta selezione dell’uva Riesling. All’interno di un’apposita apparecchiatura viene poi ridotta la pressione atmosferica (15 mbar circa) e abbassato il punto di ebollizione dell’alcol, che da 78°C carriva intorno ai 25-30°C.
Ciò che si ottiene, alla fine del processo, è una bevanda con un contenuto alcolico inferiore allo 0,25 vol%.
Il progetto è accolto con favore dagli addetti ai lavori e dal mondo della mixology che vede in questa bollicina senza grado alcolico anche l’ingrediente ideale per cocktail senza o con un contenuto inferiore di alcol.
Quali sono i principali consumatori
Questo particolare tipo di vino crea un’alternativa a chi non beve o non può bere alcolici, ma non vuole rinunciare a bere un vino di alta qualità durante un aperitivo o una cena, anche in casa.
Da studi europei emerge che i principali consumatori di vini senza alcol sono persone che si trovano a vivere periodi particolari: donne incinte, chi sta seguendo delle cure o ha avuto dei disagi con l’alcol, autisti o gente che deve guidare. Ma anche consumatori che non bevono alcol per scelta, per gusto, per dieta o per motivi religiosi.
Così come è accaduto per la birra, anche il mondo del vino inizia a guardare ai prodotti analcolici con standard di alto livello.