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Contratto discografico: cosa è?

Contratto discografico con etichetta discografica
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Ottenere un contratto con una etichetta discografica è il sogno di ogni musicista. Ma se gli si chiede quale sia la sostanza di tale contratto, pochi di loro sanno rispondere.

Contratto discografico con etichetta discografica

Il contratto discografico deve essere molto chiaro nell’individuare i soggetti contrattuali, ovvero le parti che stipulano il contratto. Generalmente si determina specificatamente che cosa si intenda per registrazione (fonografiche, di suoni e/o di voci e/o di immagini), quali siano le opere musicali oggetto di registrazione, quale sia il supporto in cui si stamperanno (CD, LP, ecc.) e la tipologia di distribuzione digitale.

L’industria musicale è un habitat davvero curioso, in cui si aggirano squali, gatti e volpi pronti a leccarsi i baffi davanti a nuovi polli da spennare, che vi chiedono di seppellire il vostro talento per fare crescere un albero di denari; d’altra parte, è ancora frequentato da professionisti seri e capaci, nonché da volonterosi appassionati che si indebitano per amore della musica, pur consapevoli che la crisi di mercato attuale difficilmente li farà ritornare del loro investimento.

Cos’è, quindi, un contratto discografico?

È l’accordo scritto tra due soggetti (etichetta discografica ed artista) secondo cui l’etichetta discografica, per un periodo di tempo definito, acquisisce l’esclusiva sul diritto di master, divenendo titolare delle registrazioni, in cambio di servizi come la produzione, la pubblicazione, la stampa, la distribuzione e la promozione di un disco.

Avere l’esclusiva sul diritto di master significa avere il diritto di produzione e riproduzione di tutte le prestazioni che su questo sono state fissate, traendo guadagno. Ed è per questo che la parola interprete – usata al posto di artista – non è casuale: ciò che viene ceduto è una determinata interpretazione di un brano e prescinde da chi lo ha scritto. Molto spesso, naturalmente, artista e interprete coincidono.

Negli ultimi anni i contratti con le etichette indipendenti si sono evoluti in forme nuove come il cosiddetto “Accordo a 360 gradi” in cui la partecipazione sui profitti per l’etichetta si estende oltre i dischi, al merchandising, ai diritti d’immagine e ai proventi derivanti dai live e da altre attività promozionali; ultimamente si assiste sempre più spesso anche ad accordi limitati alla sola distribuzione online per la quale la label percepisce proventi lasciando la gestione della distribuzione fisica all’artista che guadagna il 100% dalla vendita dei dischi.

Lanciare un artista è uno sforzo notevole per un’etichetta discografica indipendente. È come lanciare un razzo nello spazio. Come quei lanci-evento di space shuttle che si vedevano in tv qualche decina di anni fa. Il massimo dello sforzo e del carburante viene speso per sollevare il razzo dal suolo. Quando poi è in orbita è tutto più facile. Questo è il motivo per cui chi investe denaro su di voi vuole assicurarsi, nel caso andiate nello spazio e diventiate una stella, di potere poi guadagnare da questo rischioso investimento.
Da qui la necessità di chiedere all’artista, oltre alla cessione dei suoi diritti di artista, interprete ed esecutore su quanto viene registrato (aspetto necessario anche solo per premere il tasto rec in sala di incisione), anche alcune obbligazioni molto comuni:

  • un accordo di esclusiva: “Per un determinato periodo di tempo registrerai solo con me”.
  • un impegno minimo per la pubblicazione di n brani o dischi.
  • un patto di non concorrenza: “Non registrare nuovamente gli stessi pezzi con un altro produttore per cinque anni dalla fine dell’esclusiva”. Due dischi dello stesso artista con gli stessi brani, si rubano vendite a vicenda.
  • la possibilità di sfruttare l’immagine dell’artista per promuovere il disco: cosa necessaria, come è facile capire.

Quali tipi di contratto discografico esistono?

Esistono tre tipologie di contratto discografico: quello a 360°, quello di licenza e quello di distribuzione.

Contratto a 360 gradi

L’etichetta stipula con l’artista una collaborazione durante cui produrre uno o due dischi. L’artista viene vincolato a 360 gradi ed è l’etichetta a decidere tutto: dallo studio di registrazione, all’immaginario, alle collaborazioni, all’utilizzo promozionale dei brani. L’etichetta è l’unico titolare del master. Per quanto riguarda le etichette indipendenti è facile che le tempistiche siano più brevi e che riguardino un progetto soltanto.

Contratto di licenza

Questo tipo di contratto viene stipulato tra l’etichetta e il produttore di un disco (che può essere l’artista stesso). Solitamente è un contratto a progetto e viene stipulato quando il disco è già stato inciso: la proprietà del master, dunque, non è dell’etichetta. Quest’ultima si occuperà soltanto di stampa e promozione del disco. La gestione dei diritti di master la riguardano solo nel periodo di licenza (prestabilito).

Contratto di distribuzione

L’etichetta in questo caso si occupa solo della distribuzione del disco, guadagnando sulle royalties (percentuale sul prezzo al dettaglio) ricavate dalle vendite. Anche questa tipologia di contratto ha un periodo di tempo determinato ed è il meno invasivo a livello artistico.

Nonostante il fenomeno dell’auto-produzione nella musica sia sempre più diffuso nel mondo discografico, è necessario considerare il ruolo delle etichette (siano esse major o indipendenti) nel percorso di un artista perchè le chances di riuscire al meglio in tutto sono davvero pochissime.

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