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Intervista ad Alessio Guerrieri

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Il ruolo del backliner: parola ad Alessio Guerrieri.

Intervista ad Alessio Guerrieri

Abbiamo avuto il grande piacere di conoscere e incontrare Alessio Guerrieri sui palchi più importanti d’Italia come tecnico per Laura Pausini, Elisa, Vasco Rossi, Negramaro etc. etc.

Ci ha rilasciato questa esclusivissima intervista attraverso la quale spiega il ruolo del backliner. Ha dato anche qualche consiglio su come una band dovrebbe affrontare umanamente e a livello tecnico la sua prima esperienza su un grande palco.

Ecco quello che ci ha detto.

Ciao Alessio, cos’è il Backline?

Il backline è il termine usato nel mondo per indicare gli strumenti musicali utilizzati per il concerto e/o lo spettacolo. A differenza, il backliner, nome generico utilizzato in Italia per indicare la figura che si occupa della gestione del backline.

Nel resto del mondo infatti non si parla di backliner generico ma di figure professionali precise, quali guitar tech, drum tech, keyboards tech etc. etc.

Che ruolo svolge il Backliner?

Essendo “backliner” un termine generico potremmo dividere il ruolo in più categorie.

Il backliner in tour solitamente può essere contattato dalla produzione, dall’artista o più semplicemente, come succede spesso nel nostro mercato, dal service audio che fornirà le attrezzature per il tour. In ogni caso si troverà a dover gestire assieme ad altri colleghi (backliner ndr) tutti gli strumenti musicali, il materiale audio del service, i microfoni, i cablaggi, i monitor…

Il backliner residente è la figura che accoglie le produzioni nei festival, eventi e concerti dove la band o l’artista decide di non portare al seguito le attrezzature ma di utilizzare il materiale residente. Solitamente deve gestire il materiale audio, quale cablaggi e microfonatura, cooperazione con gli altri backliner ospiti senza dover gestire gli strumenti musicali, spesso unica cosa al seguito degli Artisti.

Come si diventa un backliner professionista? Quali conoscenze è necessario possedere? Che tipo di formazione è necessario seguire?

La formazione più importante da fare è l’esperienza “on the road”, troppe cose ho imparato sulla mia pelle, con i miei errori e con la grande fortuna di essermi potuto confrontare con colleghi prestigiosi e capaci. Naturalmente la conoscenza tecnica è alla base di un ottimo inizio e l’aggiornarsi sulle tecnologie ti rende al passo con i tempi, ma chiaramente non basta a ritenersi o diventare un professionista in questo lavoro. Il lato umano è un lato fondamentale, lo è nella vita e credo lo sia in ogni lavoro, ma credetemi, essendo questo un lavoro che ti porta alla convivenza forzata è importante interagire bene con le altre persone che condividono con te ad esempio la tournée.

Credo sia importante partire dal basso, aver l’opportunità di conoscere il lavoro da vicino, tanti iniziano come stage hands (facchini) e poi decidono il settore dove poter lavorare, io personalmente ho iniziato semplicemente a lavorare con gli strumenti musicali, poi con un piccolo service e pian piano ho intrapreso la mia strada.

Qual è la situazione tecnica più complessa che hai dovuto gestire su un palco?

Sinceramente non ho idea di quale sia la situazione più complessa che abbia potuto gestire… credo che durante il mio percorso in momenti diversi abbia affrontato le situazioni in maniera diversa in base anche alla mia esperienza.

Potrei indicarti il primo tour che ho fatto con Vasco Rossi nel 1999, quello per me è stato ufficialmente il “primo tour vero”, all’epoca mi occupavo delle tastiere e delle sequenze, facevamo gli stadi, 40/50/60/70000 persone a concerto, gestire la strumentazione dei musicisti, gestire lo “stress” su quel palco non era una cosa facile, mi sentivo una grossa responsabilità.

Ho lavorato con Vasco per altri 10 anni e chiaramente il modo di vivere quel palco è cambiata con la mia esperienza.

Più avanti potrei indicarti uno show secondo me “storico” che è quello di Laura Pausini live @ SanSiro, era già il 2007, ma è stato molto impegnativo, ero il crew chief del mio settore, mi occupavo della batteria di Alfredo Golino, ma soprattuto avevo la gestione dell’artista. Quello spettacolo lo facemmo tutto sotto la pioggia, non è sta o facile da gestire, ma credo ancora oggi sia per me uno degli eventi più belli a cui ho partecipato.

Più recentemente ho avuto modo di lavorare molto all’estero con IL VOLO. Con loro ho la gestione totale di quello che succede sul palco, il mio lavoro parte già prima con le richieste e le verifiche del materiale. Mi occupo dai pedanamenti alla gestione del backline compresa la gestione dei “ragazzi”. E’ stata ed è un’ esperienza molto importante e costruttiva perché ho avuto modo di confrontarmi con la realtà americana, con una crew mista italiani/americani che porta in giro per il mondo uno show di oltre 100 date. In questo periodo sempre grazie a loro ho avuto l’opportunità di essere in tour con Barbra Streisand.

Quale consigli daresti ad una giovane band calla sua prima esperienza su un palco di un grande festival?

Quale consiglio darei ad una band che si trova a suonare per la prima volta su un grande palco? Beh inizierei innanzitutto dall’umiltà, arrivare su un palco importante per la prima volta significa non avere esperienza, quindi consiglio di adeguarsi e rispettare i professionisti che si troveranno davanti. Sicuramente riceveranno massima attenzione e rispetto se tratteranno bene i tecnici. Ascoltare i consigli e farne tesoro.

Tecnicamente, poi, direi di essere preparati. Cosa vuol dire preparati? Essere autonomi, riuscire ad avere un set up semplice non significa non essere fighi, avere un set up semplice e saperlo sfruttare vale molto di più di sistemi complessi e difficili da gestire se non si sanno sfruttare.

Riuscire a farsi delle “fruste” per i cablaggi ad esempio delle pedaliere delle chitarre e se serve della batteria e delle tastiere, avere una strumentazione affidabile e “comune”, in caso di guasto o di utilizzo di backline residente sarà più facile reperire una cassa marshall che non una cassa 4×12″ custom audio.

Alimentatori per gli effetti della chitarra di ottima qualità, stabilizzati e perfettamente isolati, suonare su un palco “vero” non è come suonare a casa, ci sono tante luci, videowall e tante altre cose che portano disturbo alla strumentazione, dove possibile, nei pedali tenere sempre le batterie, sopperisci eventualmente al problema “ronza”. Cablaggi di qualità sempre.

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