Pubblicato il Lascia un commento

Maëlys fuori con “Stoccolma” 

Maëlys fuori con "Stoccolma"
Condividi con i tuoi amici:

Il nuovo singolo di Maëlys per Futura Dischi. L’inzio di un nuovo percorso per l’artista a quattro anni dall’uscita del suo primo disco.

Maëlys fuori con "Stoccolma"

MAËLYS esce con “Stoccolma”. Il brano apre il sodalizio con Futura Dischi, che continua così a esplorare tutti gli angoli della nuova musica italiana per comporre costellazioni di talenti destinate a brillare a lungo.

Il progetto di Maëlys, moniker di Marilisa Scagliola, nasce nel 2017 con forti influenze esterofile che portano a un riuscitissimo debutto in inglese nel 2018 con il debut album Mélange: si aprono le porte di festival come  L’Acqua in Testa Music Festival, il Balcony Tv Fest al Monk di Roma, il Medimex, il Siren Festival, il Panoramica Festival in apertura a Joan Thiele, il Chiù Festival prima di Noga Erez, il Locus Festival come opening di Ghemon.

A quattro anni dall’uscita del suo primo disco, Maëlys sente la necessità di trovare un nuovo equilibrio, una chiave per riaprire la sua parte più intima e la sua anima fatta di frammenti acustici in armonia con riverberi elettronici.

Sentendosi catapultata in una generazione che è sempre di fretta e vive col fantasma costante di star perdendo tempo, cerca il suo posto in diverse città d’Europa e nelle sue culture differenti, per poi in realtà ritrovarsi in quattro semplici immagini: il mare della sua terra, la luce che filtra dalle finestre di casa sua, i sentimenti che cerca di razionalizzare e la sua musica introspettiva.

L’intro di una delicatezza pura, che solo sonorità unplugged possono trasmettere, è l’inizio di un climax che anche nel suo punto più evocativo non perde l’equilibrio. È così che Maëlys galleggia su sensazioni di nostalgia e di luce che entra dalle finestre di casa.

Come dice l’artista “Quando hai vent’anni capire chi sei è molto difficile: spesso ti ritrovi a seguire delle strade che non ti appartengono e non ti rispecchiano perché sono meno tortuose. Guardandosi veramente dentro, però, ci si rende conto di star vivendo in una vera e propria gabbia e di compiacersene quasi, come una vittima affetta da Sindrome di Stoccolma fa col proprio carnefice.”

A cura di Marco Conzapress

Condividi con i tuoi amici: