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La presunzione del musicista nel music business

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Situazioni in cui la presunzione del musicista trionfa

La presunzione del musicista nel music business

A partire dal 2010, anno in cui un’esperta di comunicazione è entrata a far parte del nostro staff affiancandoci in questa avventura più “manageriale”, abbiamo avuto modo di conoscere musicisti presuntuosi eccelsi nel loro genere. Unici.

Abbiamo deciso di seguire più da vicino tutte quelle fasi che vengono successivamente alla realizzazione di un disco per poter contribuire con il nostro “know how“, ad una maggiore visibilità e ad una migliore impostazione professionale dei progetti discografici più validi attraverso una serie di servizi specifici.

Nel nostro caso, troppo spesso, il musicista presuntuoso ha erroneamente creduto di avere a che fare con un etichetta discografica sostenendo che, qualora davvero interessati al suo progetto discografico, avremmo dovuto farci carico anche di tutte le spese. Non si è mai nemmeno preoccupato di capire o analizzare l’interlocutore. Se avessimo mai dimorato interesse allora lo avremmo dovuto sostenere economicamente, punto.

Dopo aver illustrato il modello di business della nostra attività, il musicista presuntuoso si è ritrovato nella posizione di valutare la proposta perchè, riuscendo finalmente ad intuire la logica di come funziona la cosa, ne percepisce immediatamente i vantaggi. A questo punto, inspiegabilmente, prende tempo, proprio come se per le mani avesse decine di contratti con Major Internazionali interessate a quelle 4 canzoni finalmente prodotte dopo 25 anni di incredibile fatiche. Poi finalmente ci contatta chiedendoci se può vedere l’accordo scritto, scrupolosamente redatto insieme all’avvocato di fiducia, ulteriore prova della nostra serietà e professionalità.

Finalmente il musicista presuntuoso richiede un appuntamento poichè potenzialmente interessato. Spesso è accaduto che assieme alla nostra (contemporaneamente) sta valutando tantissime altre proposte. Nonostante avessimo illustrato nei dettagli il modo di lavorare, concesso svariate ore di appuntamenti al fine di spiegare bene il nostro progetto e anche per conoscersi di persona; nonostante la celestiale disponibilità ricevuta (e che ingenuamente concediamo sempre), il musicista presuntuoso se ne è andato, nella migliore delle ipotesi con un “il mio progetto non è compatibile con la vostra proposta” oppure con un “vi farò sapere”. Per noi tutto questo resta un mistero.

Di seguito, vi raccontiamo un’esperienza realmente accaduta.

In passato, al fine di promuovere la nostra attività, abbiamo proposto i nostri servizi di produzione in studio e ufficio stampa gratuitamente per 1 anno a ben 5 band diverse. Nessuna di loro ha accettato. Allora, forse vi starete chiedendo: “Beh probabilmente la vostra agenzia non funzionate come attività professionale”. E per un attimo ce lo siamo chiesti anche noi ma solo fino a quando è risultato chiaro che il vero motivo era del rifiuto proveniva dal: “magari nell’anno di contratto con voi mi chiama una major e non voglio essere vincolato con una piccola realtà”.

È passato un bel po’ di tempo da allora e, tuttavia, non abbiamo notato alcuno sviluppo sostanziale di questi progetti discografici che avevamo selezionato (nessuna ombra di major, tour, vendite milionarie, etc). Poi capita anche che l’artista presuntuoso torni a bussare alla tua porta.

Allora chiediamo al musicista presuntuoso: non è meglio essere affiancati, anche solo per un certo periodo, da chi si occupa di musica quotidianamente dedicandoci tanto tempo e risorse economiche al fine di valutarne i possibili sviluppi anziché sperare in un sogno talmente grande che difficilmente si realizzerà nei modi in cui i più credono?

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