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Una serata indimenticabile?

Una serata indimenticabile: i concerti, le band emergenti e i locali
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Cosa si aspetta una band? E il gestore di un locale? E il pubblico?

Una serata indimenticabile: i concerti, le band emergenti e i locali

Tutti sicuramente vogliono trascorrere una serata indimenticabile, sia dal punto di vista del divertimento (per band e pubblico) sia da quello commerciale (per il gestore). Tuttavia ci sono degli atteggiamenti di tutti questi protagonisti, profondamente sbagliati.

Data l’enorme complessità dell’argomento e le mille opinioni a riguardo, cerchiamo di spiegare, secondo la nostra umilissima esperienza, come generalmente vanno le cose e come, forse, dovrebbero andare.

La serata indimenticabile secondo la band…

La band si prepara a lungo per il concerto in sala prove. Tanta fatica e impegno “incastrati” tra le varie attività della routine quotidiana.

Ad insindacabile giudizio della band stessa, lo spettacolo per il prossimo concerto è stato ben organizzato e pianificato. Tuttavia questo è il primo errore: pochissime band in realtà pianificano (o sanno pianificare) il loro show. Tutti sono impegnati a far sì che l’esecuzione sia impeccabile (anche se non sempre lo è) proprio come se dovessero andare in studio di registrazione. In realtà, se ci si vuole esibire dal vivo, è necessario pensare anche ad intrattenere il pubblico al fine di differenziare un concerto da un seminario.

La band procede per la propria strada e si mette alla ricerca di un locale dove potersi esibire. Trovato il locale disponibile ad accoglierla, si arriva al solito fastidioso problema del cachet. La band ha spesso il simbolo del dollaro stampato negli occhi che gira come in una slot machine. I vari musicisti della band sognano il gestore del locale fare investimenti pazzeschi per promuovere il loro concerto che, per questo, sarà affollato da centinaia di fan sfegatati i quali giustificheranno il cachet.

In caso di “concerto deserto” invece, la causa sarà da attribuire subito alle mancate competenze di marketing e promozione del gestore-fonico-barista nonché grande esperto di comunicazione.

Naturalmente la serata si svolgerà in questo modo: cena orrenda, bevute limitatissime, concerto deserto, seminario di musica e gestore in rosso per l’ennesima volta. Tutti delusi e arrabbiati. A questo punto è necessario ricaricare in piena notte almeno 3 automobili di backline con incastri tipo tetris e concludere la serata discutendo con il gestore-fonico-barista che naturalmente non ha nessuna voglia di pagare il cachet stabilito.

Secondo il gestore…

Non vorremmo offendere nessuno, tuttavia crediamo che gli atteggiamenti di alcuni gestori di locali siano veramente fuori da ogni umana concezione.

Il gestore del locale, spesso un musicista mancato o represso, sceglie a caso tra le mille richieste che quotidianamente riceve. Non ha la più pallida idea di come funziona un concerto: lui ha il locale e lui decide come devono andare le cose (e come devono essere fatte). Punto.

Mentre svolge contemporaneamente le sue mansioni di manager e cameriere, tra una birra e una pizza, sceglie le band (a caso) per la prossima programmazione. Tanto, se non hanno un nome a lui noto, sono tutte uguali…

La sua idea è che la band lavorerà duramente 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana al fine di promuovere il concerto. Non importa se lo show sarà orrendo o se la band a malapena saprà suonare due accordi con gli strumenti scordati, ciò che più importa è che siano seguiti da tanti amici perché, diciamocelo pure: se i 4 o 5 elementi di una band portassero 8-10 persone a testa tra parenti, amici, nonne e zie, il locale potrebbe già essere abbastanza pieno (o affollatissimo in alcune situazioni…).

A questo punto il gestore, tra il condimento di una pizza, la spillatura di una birra e due chiacchiere con i clienti più affezionati, si trasforma anche in fonico (o nel migliore dei casi è assistito da uno che nella vita fa tutt’altro e che poi la sera crede di essere il fonico di Sting): smanetta a caso su tutti quei “pomelli” e “pippoli” fino a sentire qualcosa uscire dal suo impianto. Lui è pronto.

Lo show sarà un disastro e la band non avrà chiaramente portato nessuno poiché, nemmeno i parenti più cari, sono disposti ad assistere all’ennesimo concerto “spappola-orecchi” dei propri amati.

Il gestore, infastidito dall’ennesima serata flop, non vorrà pagare nemmeno un euro alla band e, nel caso si fosse anche impegnato molto nel suo ruolo di fonico, chiederà loro di pagare il conto (chi ha detto che la cena era inclusa?).

Secondo il pubblico…

Il pubblico preferisce ascoltare le cover. Purtroppo. Le persone sono molto poco attratte dalla musica emergente o meno conosciuta. Forse è un fattore culturale. Chissà.

Tuttavia come dare loro torto? Spesso le situazioni in cui si trovano ad ascoltare musica emergente sono tremende: locali sporchi con volumi assordanti, sagre di paese con palchi improvvisati e personale tecnico tutto fare, situazioni estive tragi-comiche che sminuiscono la musica in sé (vedi palco lontano da ristoranti e bar – pieni di gente che confonde la musica della band con la filodiffusione – ingenuamente “piazzati” nella sponda opposta del solito campo.)

Morale della favola: nessuno è interessato e nessuno ascolta. Quei pochi che lo fanno sono probabilmente ricattati dagli stessi componenti della band oppure mossi da un’opera misericordiosa in nome del dio del rock.

Nozioni fondamentali.

Vendere un concerto ad un locale equivale ad una vera e propria operazione commerciale. Nessuno compra ciò che non lo attrae. Nessuno investe su cose che non conosce o sulle quali non intravede un certo business.

Acquistare un concerto di una band emergente (o permettere loro di suonare nel vostro locale) non significa stipulare anche un contratto con un’agenzia di comunicazione e promozione eventi.

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