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Perché la calligrafia può essere una vera e propria forma d’arte?

Tempo di lettura: 2 minuti

L’arte della calligrafia nasce in tempi lontani, eppure oggi torna di moda ed è più attuale che mai.

Perché la calligrafia può essere una vera e propria forma d'arte
L’arte della calligrafia è più viva che mai.

L’arte del bello, della manualità e della pazienza: la calligrafia comprende tutti questi aspetti.

Ogni grafia, infatti, rivela molto della personalità di chi scrive. Il carattere e l’umore di ognuno di noi tende a manifestarsi anche attraverso i movimenti di tracciamento della scrittura.

L’origine del termine calligrafia

L’origine del termine calligrafia

La parola “calligrafia” deriva dal greco καλòς (kalos = bello) e γραφία (grafia = scrittura), il cui significato è l’arte della bella scrittura, dove bella significa elegante, proporzionata e armonica.

La parola non è formata solo da un suono e dal suo senso. La sua bellezza risiede anche nel segno, nella sua forma.

Un aspetto da non sottovalutare, se guardiamo gli stili di scrittura della maggior parte delle persone, tanto più che ormai non siamo più abituati a scrivere a mano.

Avere una bella calligrafia non è il solo motivo che porta ad imparare quest’arte. Si tratta di una disciplina dalle origini antiche, che alcune culture come quella araba o giapponese hanno ampliato particolarmente.

La calligrafia giapponese

La calligrafia giapponese

La cultura giapponese, con lo Shodō, letteralmente via della scrittura, ha reso la calligrafia non solo un’arte, ma un vero percorso interiore, dove disciplina e abilità diventano espressione della propria interiorità.

Il movimento del pennello esprime l’energia interiore della persona, mentre il segno sul foglio diventa il tracciato del suo stato d’animo.

In Giappone, quindi, non è un mero esercizio di bella scrittura, ma un’antica forma di arte zen in cui l’abilità e l’immaginazione del Maestro Calligrafo si combinano, dando vita ad un’espressione artistica e spirituale unica e irripetibile.

Diventando l’equivalente di un sismografo, la calligrafia registra le emozioni e gli stati d’animo di chi la pratica. Osservare un calligrafo all’opera significa assistere ad un rito fatto di rotazioni lente, movimenti e gesti precisi con cui la mano accompagna il pennello nella sua danza su una superficie immacolata.

Questa grafia fluida, una sorta di corsivo verticale, segue delle regole precise ed utilizza quattro strumenti tradizionali, i quattro tesori del calligrafo:

  • Fude: pennelli che hanno caratteristiche diverse in base alla forma, al materiale e alla dimensione. Le setole di cui sono composti, possono essere morbide, rigide o miste
  • Sumi: un inchiostro quasi esclusivamente nero che si presenta in forma solida, pressato in barrette che verranno sciolte con dell’acqua
  • Suzuri: la pietra calamaio rettangolare contenente l’inchiostro   
  • Kami: una carta particolarmente pregiata, leggerissima e molto delicata.
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