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Perché “La Grande Onda” di Hokusai è un’icona universale?

Tempo di lettura: 3 minuti

Scopri perché “La Grande Onda” di Hokusai è un’icona universale: un capolavoro giapponese che unisce arte, filosofia e natura, influenzando il mondo intero.

Perché “La Grande Onda” di Hokusai è un’icona universale?

Con oltre un miliardo di visualizzazioni su Google, secondo il British Museum, “La Grande Onda presso la costa di Kanagawa” di Katsushika Hokusai supera persino la Gioconda di Leonardo da Vinci come l’immagine più cercata al mondo.

Tuttavia, ridurre il suo fascino a un dato algoritmico è limitante. Questa straordinaria opera non è solo un’immagine iconica; è il simbolo stesso del Giappone, un’opera che condensa secoli di storia, filosofia e tradizioni artistiche.

Un piccolo capolavoro, una grande rivoluzione

Con le sue modeste dimensioni di 26×37 centimetri, questa silografia è un foglio fragile, ma di un potere espressivo immenso. Realizzata tra il 1830 e il 1834 come parte della serie Trentasei vedute del Monte Fuji, “La Grande Onda” rappresenta un momento di svolta nell’arte giapponese.

L’idea di porre un frammento del paesaggio al centro della scena, con un’onda imponente che domina il cielo, fu una vera innovazione.

Sul piano tecnico, Hokusai utilizzò il Blu di Prussia, un pigmento recentemente importato dall’Europa, che contribuì a definire le vibranti tonalità azzurre che caratterizzano l’opera.

Questa scelta cromatica, unita alla precisione del disegno, conferisce all’immagine una profondità e una dinamicità senza precedenti.

Un dialogo tra natura, umanità e divino

“La Grande Onda” è più di una semplice rappresentazione del mare in tempesta. Al centro della scena ci sono tre barche, i cui pescatori, piccoli di fronte alla vastità della natura, non combattono contro l’onda, ma la assecondano. Sullo sfondo, il Monte Fuji — montagna sacra e simbolo della spiritualità giapponese — si erge immobile, un punto fermo in mezzo al movimento caotico.

L’opera incarna il concetto giapponese di armonia tra l’uomo, la natura e il divino.

L’onda stessa sembra unire cielo e mare in un unico movimento fluido, rappresentando l’interazione delle forze Yin e Yang. Questa sintesi visiva di equilibrio e connessione è una chiave per comprendere la filosofia giapponese e la sua visione del mondo.

Hokusai, il genio dietro l’opera

Katsushika Hokusai (1760-1849) è una figura affascinante e complessa. Nato a Edo (oggi Tokyo), visse durante il periodo Tokugawa, un’epoca di pace e prosperità caratterizzata da un fervore artistico e culturale noto come ukiyo-e (“mondo fluttuante”). Hokusai cambiò nome più di 30 volte nel corso della sua carriera, riflettendo le sue continue reinvenzioni artistiche.

Il suo testamento spirituale, raccolto nella serie Cento vedute del Monte Fuji, esprime il desiderio di raggiungere la perfezione attraverso l’arte. Hokusai scrisse:

A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura […] A ottantasei progredirò oltre; a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso.

Questo spirito instancabile di ricerca e miglioramento si riflette in ogni dettaglio de “La Grande Onda”.

L’eredità globale di un’onda

“La Grande Onda” non ha solo conquistato il Giappone, ma ha anche influenzato profondamente l’arte occidentale. Artisti come Van Gogh, Claude Monet e Camille Claudel hanno trovato ispirazione nelle sue linee e nei suoi movimenti.

Persino il compositore francese Claude Debussy ha dedicato un omaggio musicale a questa immagine nel suo capolavoro La Mer.

L’opera è diventata un ponte culturale tra Oriente e Occidente, incarnando valori universali come l’adattamento, la resilienza e l’equilibrio. Ancora oggi, il messaggio di armonia tra uomo e natura risuona con forza, rendendo “La Grande Onda” un simbolo senza tempo.

Considerazioni finali

“La Grande Onda presso la costa di Kanagawa” è molto più di un capolavoro artistico. È una finestra sulla cultura giapponese, un invito a riflettere sulla nostra relazione con la natura e una celebrazione dell’interconnessione tra tutte le cose.

Non sorprende che questa piccola silografia continui a catturare l’immaginazione di miliardi di persone in tutto il mondo, dimostrando che la grandezza non si misura in dimensioni, ma in profondità.

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