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Massimo Giuntini: un casentinese dal sapore celtico

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Il Casentino è terra di arte e natura ma anche di musicisti talentuosi. Noi ne abbiamo incontrato uno che grazie alla passione per la musica celtica è arrivato a suonare con artisti nazionali ed internazionali; si tratta di Massimo Giuntini.

Allora Massimo, innanzitutto parlaci un po’ di te, da dove vieni e quando nasce la tua passione per la musica.

Sono nato in provincia di Arezzo, a Subbiano, ho iniziato ad avvicinarmi alla musica con la banda del paese. Successivamente il maestro mi fece entrare nel gruppo dei migliori, suonavo il clarinetto. Qualche anno dopo entrai nel gruppo rock delle superiori suonando il basso. Il repertorio era fondamentalmente rock ma a me per qualche oscuro motivo piacevano molto i Jethro Tull… poi ho scoperto che quello che mi piaceva erano i loro riferimenti folk.

Dove e quando nasce la tua passione per la musica celtica?

Mia cugina mi prestò un doppio album di Alan Stivell con in copertina una bellissima foto di Stonehenge. Quello è stato il primo contatto con la musica celtica, risale al 1989, ma ovviamente non avevo nessuna idea riguardo a degli strumenti in particolare. Nel 1990 andai per la prima volta in Irlanda ed ebbi modo di vedere le prime cose riguardo alla musica popolare di quel posto.

Comprai tutti i whistle in tutte le tonalità ed un sacco di dischi, ma il mio cuore era già volato verso le uilleann pipes, viste e sentite per la prima volta a Galway dove un ragazzo spagnolo le stava suonando per strada. Avevo già deciso che quello sarebbe stato il mio strumento, ma riuscii a procurarmele in modo assai rocambolesco solo l’anno dopo.

Hai avuto sia un carriera di gruppo che da solista, quali sono state le tappe più importanti del tuo percorso musicale?

Ho avuto la fortuna di far parte di molti gruppi bravi ed importanti, da la CASA DEL VENTO ai DUCTIA, WHISKY TRAIL e i MODENA CITY RAMBLERS; ho sempre cercato di metterci tuttome stesso in ogni situazione, per questo le considero tutte importanti, tutte esperienze di vita e di musica molto formative.

Hai avuto collaborazioni con artisti importanti e anche una piccola parte in un film di Martin Scorsese

Nel corso della mia carriera ho collaborato con tantissimi artisti nazionali ed internazionali: da PAOLA TURCI a VINICIO CAPOSSELA, da PAOLA E CHIARA a numerosi gruppi di matrice rock folk quali LA TRESCA, KABILA, RAFFAELLO SIMEONI e molti altri.

Mi è anche capitato di suonare con artisti del calibro di JOHN RENBOURN, PIERRE BENSUSAN, DERVISH, CRAOBH RUA, ROGER LUCEY, CAROLINE BLUNDELL e moltissimi musicisti irlandesi, sia in Italia che all’estero, come il compianto RONNIE DREW DEI DUBLINERS insieme al pianista ANTONIO BRESCHI.

C’è stata poi la partecipazione al film GANGS OF NEW YORK, girato a Roma e firmato dal grande MARTIN SCORSESE, lì ho potuto conoscere il cast stellare del film e prendere parte alla colonna sonora dello stesso finendo nel cd omonimo insieme a gente come PETER GABRIEL È U2.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto continuando a scrivere musica sia per la televisione che per un futuro lavoro discografico; sto inoltre preparando alcune situazioni musicali più “intime”, al fine di riscoprire l’ essenza del suono pulito e il piacere di suonare fine a stesso.

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