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Piattaforme streaming e mastering: 3 concetti chiave

Piattaforme e mastering per streaming musicali: 3 concetti chiave
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Lo scopo del mastering è quello di bilanciare gli elementi sonori di un mix stereo e ottimizzare la riproduzione su più sistemi o piattorme streaming.

Piattaforme e mastering per streaming musicali: 3 concetti chiave

Tradizionalmente, il mastering viene fatto usando strumenti di equalizzazione, compressione, limiter e rinforzo stereo.

Con servizi di streaming musicale come Apple Music / iTunes Radio, Spotify, Tidal e YouTube che continuano a dominare il modo in cui le persone usufruiscono della musica, assicurarsi che l’ascoltatore ottenga la migliore esperienza sonora possibile da queste piattaforme è molto importante.

Negli ultimi anni alcune nuove tecnologie sono state sviluppate e integrate nei sistemi di riproduzione del servizio di streaming chiamati Loudness Normalization.

Loudness Normalization è il processo automatico di regolazione del volume percepito di tutte le canzoni sul servizio affinché suoni approssimativamente allo stesso modo tra una traccia all’altra, tra una produzione all’altra.

L’idea è che l’ascoltatore non si trovi nella condizione di regolare il volume sul proprio sistema di riproduzione per ciascun brano in questo modo l’esperienza di ascolto risulti costante da canzone a canzone senza picchi di volume troppo alto. Questo è generalmente positivo e può salvare l’udito laddove una canzone ad alto volume viene riprodotta subito dopo una a volume più basso, quando il volume è al massimo.

Il sistema di riproduzione all’interno di ogni piattaforma di streaming ha un algoritmo che misura il volume percepito della tua musica regolandone il livello in modo che corrisponda al livello target di volume che stabilito dai gestori della piattaforma. Regolando tutte le canzoni perseguendo questo obiettivo, l’esperienza complessiva del volume è resa più coerente quando le persone saltano tra le canzoni e gli artisti nelle diverse playlist.

Quindi, come possiamo usare questa conoscenza per rendere migliore la nostra produzione musicale?

CONCEPT 1: MASTER PER LA QUALITÀ DEL SUONO, NON IL MASSIMO LOUDNESS.

Se possibile, lavorate con un ingegnere di mastering professionale che capisca come bilanciare i problemi di volume insieme ai tradizionali obiettivi di mastering di bilanciamento tonale e lucidatura finale, ecc.

Se stai auto producendo la tua musica, prova a tenere presente i seguenti aspetti mentre lavori:

  • Non perseguire la massimizzazione del volume assoluto, bensì la qualità del suono;
  • Se stai masterizzando per ottenere il più alto volume possibile, usando tanti limiter, probabilmente stiamo sacrificando un certo intervallo dinamico;

Il meccanismo di massimizzazione del volume riduce intenzionalmente la gamma dinamica della nostra musica affinché il livello medio del volume venga aumentato. Ci sono benefici (aumento di densità e compressione di un mix), ma ci sono anche tanti aspetti negativi come la perdita dell’attacco e un aumento della distorsione.

Saper camminare su una linea compresa tra il forte e troppo forte è un’abilità rara.

Ecco dove entra in gioco la normalizzazione del volume:

Se la canzone viene masterizzata con un volume più alto rispetto al livello di volume consentito dalla piattaforma di streaming, il volume verrà ridotto (dal servizio). Inoltre, se risulterai oltre il livello target, stai gettando via la gamma dinamica e non otterrai alcun vantaggio: la tua canzone suonerà “piccola”, meno incisiva e più vincolata dinamicamente rispetto a una canzone che è stata masterizzata in modo corretto.

Se il volume ottenuto dopo il processo di masterizzazione risulta essere inferiore al livello target, in alcuni casi (Spotify) il servizio di streaming aggiunge effettivamente guadagno e limitazioni del picco per far salire il livello. Questo è un danno dato che non sapremo cosa farà quel particolare processo alla nostra musica. Suonerà bene o no? Molto probabilmente creerà una certa perdita di attacco, ma quanto si perde sarà basato sul contenuto inserito e non è possibile determinarlo prima.

Alcuni generi musicali sono più sensibili a questo processo. Il jazz o la musica classica con strumenti acustici, potrebbero essere danneggiati dal punto di vista sonoro rispetto a quelli di una canzone rock con chitarre distorte, ad esempio: il risultato non è del tutto prevedibile solo sulla misurazione del volume ma anche sullo stile musicale.

Per fortuna, le piattaforme principali diverse da Spotify non aggiungono guadagno e limiti di picco (al momento della stesura di questo documento), quindi sono potenzialmente meno distruttive per la qualità del suono per tutti i mix al di sotto del target.

CONCEPT 2: MISURA LOUDNESS LUFS / LKFS.

Al fine di eseguire misurazioni e applicare la normalizzazione, i servizi di streaming hanno standard e algoritmi di intensità sonora diversi, tuttavia, nella maggior parte dei casi, viene utilizzato il sistema di unità di misura di intensità sonora chiamato LUFS (loudness unit in reference at full scale) o LKFS (Loudness, K-weighted).

Questo sistema di misurazione consente agli ingegneri del suono di misurare numericamente quanto è alto il contenuto e di regolare di conseguenza la gamma dinamica.

Essere in grado di capire come i fonici misurano con questa scala è utile per vedere cosa accadrà quando saranno trasmessi in streaming su servizi diversi (l’algoritmo spingerà il volume per raggiungere l’obiettivo o no?)

CONCEPT 3: SCEGLI QUALE LOUDNESS STANDARD CONTROLLARE

Assicurati che lo studio di mastering stia lavorando in conformità ai livelli di volume target delle varie piattaforme di streaming e valuta quale sia il livello di output più appropriato per la tua musica. Se stai registrando jazz o musica classica, probabilmente non vorrai fare un suono finale troppo alto per motivi di qualità del suono e per preservare la gamma dinamica, ma se stai realizzando un rock pesante, pop o hip hop che vuole essere più intenso, allora un volume più alto potrebbe essere più adatto.

iTunes Sound Check e Apple Music / iTunes Radio utilizzano un livello target di -16LUFS e questo sarebbe un obiettivo adatto per musica più dinamica.

Tidal utilizza un livello target di -14LUFS che è una buona via di mezzo per la maggior parte della musica che vuole essere in qualche modo dinamica.

YouTube utilizza un livello target di -13LUFS, un po’ meno dinamico di Tidal.

Spotify utilizza un target di volume di -11LUFS e come puoi vedere è 5 dB più forte di iTunes / Apple Music. Si otterrà una bassa gamma dinamica dato che il mastering sarà ulteriormente fortemente limitato.

Tra i valori -16LUFS e -11LUFS potresti trovare il miglior volume di output per la tua musica (in base alla gamma dinamica desiderata): l’obiettivo resta comunque quello di evitare di andare oltre a quei valori..

In tutti i servizi ad eccezione di Spotify, i brani che non suonano meno del volume target non vengono acquisiti. Quindi, per le persone che lavorano con colonne sonore di musica classica o film molto dinamiche, quei grandi movimenti dinamici non andranno persi sulla maggior parte delle piattaforme di streaming.

Tuttavia, poiché Spotify è unico e aggiunge guadagno e limitazione dei picchi se il contenuto è al di sotto del target, è potenzialmente il più distruttivo dal punto di vista sonoro. Quindi dovresti masterizzare a -11LUFS e salvare la tua musica dai limiti di Spotify perdendo la gamma dinamica sulle altre piattaforme. È un compromesso che devi decidere da solo in consultazione con lo studio di mastering.

In tutti i casi non vi è alcun vantaggio nel superare -11 LUFS perché è il livello target più alto utilizzato da qualsiasi servizio. Se vai più forte di -11LUFS, la tua musica verrà ridotta di volume e la gamma dinamica e l’attacco andranno persi.

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