Pubblicato il Lascia un commento

Nostalgia portami via. Ma anche no!

Nostalgia portami via. Ma anche no!
Condividi con i tuoi amici:

È giusto cercare di fuggire dalla supposta mediocrità di un epoca abbandonandosi alla nostalgia per i grandi del passato?

Nostalgia portami via. Ma anche no!

A chiunque capitano cose più o meno bizzarre: oggi sei fermo al semaforo e ti attraversa la strada una giraffa, domani vai a fare la spesa e vieni rapinato da un’anziana travestita da pirata. Succede.

Solo qualche mese fa me ne stavo tranquillo (e beato, è proprio il caso di dirlo) seduto alla destra di Papà quando un giorno, dopo l’ennesima sfuriata per colpa vostra, decide che è giunta l’ora di rimandarmi giù. Non sto qua a tediarvi con tutti i dettagli di ciò che è accaduto in seguito, vi basti sapere che da allora sono stato segregato in Vaticano, limitato esclusivamente all’uso di Twitter per le comunicazioni con l’esterno e, con mia somma gioia, rifornito con la mia collezione di dischi.

Ha inizio così la mia sistematica azione pastorale nel tentativo di portare ai giusti (ma anche ai non, suvvia, ne han più bisogno loro!) un poco di sale in zucca nei momenti in cui conta davvero: quando vogliono scegliere quale musica ascoltare. Successivamente, non so bene come o perché, quei mattacchioni di Plindo.com devono aver notato questa passionale evangelizzazione che ho messo in atto ed ecco giungere il mio turno per un avvenimento bizzarro: mi chiedono di scrivere qualcosa per il loro sito. Ma dico io, che storia è questa? Il figlio del Boss che scrive articoli? Oh beh, in fondo perché no? Vogliamo parlare di musica? Parliamo.

Nei miei lunghi secoli non ho mai capito perché voi piccoli babbani abbiate la tendenza ad attribuire sempre maggior spessore artistico a personaggi storicamente precedenti la vostra epoca piuttosto che ai vostri contemporanei.

E questo vale per tutto, non certo solo per la musica, ma dato che parliamo di questo facciamo qualche nome per farvi capire il punto: perché un disco dei Radiohead non può essere più bello di uno dei Beatles? Perché i Sigur Ros non possono ambire alla stessa grandezza dei Pink Floyd? I Muse saranno in eterno considerati una pallida copia dei Queen o hanno anche una dignità artistica propria? Ma soprattutto perché gli One Direction sono condannati a vivere per sempre all’ombra dei Take That? Sugli ultimi due non mi esprimo ma per il resto ho nominato solo band che considero sostanzialmente sullo stesso livello. Blasfemia, dite voi? Chissà.

Avete visto il film Midnight in Paris di Woody Allen? Sì? Bene. No? Guardatelo. Nella pellicola viene analizzata la tendenza dell’uomo “acculturato” a cercare di fuggire dalla supposta mediocrità della sua epoca abbandonandosi alla nostalgia per i grandi del passato. Non che ci sia qualcosa di male nell’apprezzare con passione il lavoro dei Queen, per fare un esempio già citato. E non ci vedo assolutamente alcunché di male se questo medesimo estimatore dei Queen sia un amante dei Muse e si goda i loro concerti quando ne ha occasione: buon per lui. Quello che non accetto è il pregiudizio: non posso accettare che mi si dica che i Queen saranno sempre meglio dei Muse a prescindere da qualunque cosa.

Dove voglio arrivare con questo discorso, miei cari babbani, è presto detto: la musica è passione e nelle passioni io credo sia indispensabile dare ascolto a due parti: sempre per primo il cuore e mai precludere una seconda opinione al cervello. Come diceva Newton in una celebre frase divenuta il titolo di un album degli Oasis, noi siamo standing on the shoulder of giants, e lo stesso vale per ogni cosa, musica inclusa: se noi siamo dove siamo oggi lo dobbiamo anche ai grandi uomini del passato, se i Muse sono dove sono oggi lo devono anche ai Queen. Il punto è che quando li giudicate non dovete né dimenticarvi di questo fatto né farglielo pesare, tutto qui. Altrimenti tutto si riduce solo a una battaglia fra fandom isterici e non è certo questa l’idea che ho io di passione.

D’altra parte, e giuro che concludo, potrebbe anche essere che fino a qui abbia solo detto un mucchio di baggianate filosofico-lisergiche e che, in fondo in fondo, i Pink Floyd siano la più grande band della storia e tali resteranno in saecula saeculorum, chi può dirlo? Decidete voi.

Un abbraccio babbani miei, alla prossima!

Articolo a cura di Gesù Cristo

Condividi con i tuoi amici: