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Quanto costa registrare un disco?

Quanto costa registrare un disco?
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Avere la presunzione di poter registrare un disco di successo, soprattutto in casa, beh… è sicuramente da folli. Permetteteci di dirvelo.

Quanto costa registrare un disco?

Il digitale, la banda larga e il software open source hanno rivoluzionato moltissimi ambiti produttivi. Creare, registrare e incidere musica è un’attività completamente diversa rispetto solo a dieci anni fa. Ma è sbagliato credere che a tutto questo corrisponda un azzeramento totale dei costi per registrare un disco, come si sente dire in giro con il tipico pressapochismo di chi è ignorante in materia. Così abbiamo “costruito” tre possibili profili di spesa per chi desidera confezionare un album decente – ovviamente tralasciando le super produzioni internazionali da centinaia di migliaia di euro e le priorità del momento sotto contratto major.

Partiamo dal presupposto che, specialmente a livello di autoproduzione casalinga, si può parlare di investimenti più che di spese di registrazione. Qualora acquistiate un pc/mac adeguatamente potente con tanto di scheda audio, casse, cuffie, microfono, sequencer, interfacce di registrazione usb e software di livello per catturare l’audio e per la batteria, state prendendo qualcosa che riutilizzerete sicuramente, e che sicuramente vi tornerà utile per produrvi autonomamente i vostri pezzi da Mc piuttosto che da deejay. Stesso discorso, aggiungendo anche la non certo trascurabile componente “strumenti”, se siete una band alle prime armi: acquistare chitarre, amplificatori e pedaliere adeguati vi permetterà di sfruttarli oltre che sul palco anche per le future incisioni, quando magari potrete permettervi uno studio di registrazione più attrezzato della vostra cameretta. Stiamo parlando in questo caso di una spesa minima che parte dai 2.500 e non arriva oltre i 5.000 euro, considerando nella lista della spesa anche quella del computer che al giorno d’oggi chiunque possiede. Potete sostituire circa 1000 euro con una sessione in studio per registrare una batteria vera, piuttosto che per farvi fare un master semi-professionale dei vostri brani. Distribuzione? Solo digitale per non avere praticamente costi, le grafiche ve le potete disegnare da soli (se siete dei grafici).

Il livello successivo è quello in cui si possono riconoscere la stragrande maggioranza delle band emergenti con esperienza live, spesso con una release autonoma già alle spalle e strumentazione di livello, nelle quali almeno uno dei componenti sia ferratissimo in materia informatica o addirittura abbia già un mini-studio con il necessario per trattare le registrazioni del proprio gruppo. In questo caso sono presenti i costi dello studio di registrazione per almeno 15 giorni, la presenza di un fonico, la sessione di mixaggio e di mastering.

La fase di pre-produzione dev’essere già stata fatta autonomamente, già si ha poco tempo per incidere e per permettersi errori d’esecuzione, figuratevi se potete cincischiare in studio su un arrangiamento che non vi convince! Probabile infine abbiate almeno un accordo di distribuzione con un’etichetta indipendente, da cui dovrete acquistare alcune copie per contratto. Se non altro avrete un po’ di promozione e i costi relativi alla stampa e alle licenze inclusi.

Infine la forchetta che differenzia band sotto contratto con le major (ma non priorità principale delle stesse) o con etichette discografiche di grandi dimensioni è relativamente ampia e si può racchiudere sommariamente in un unico raggruppamento. Un totale indicativo che va dai 50mila euro in su (che però in questi casi potrebbero essere spesi totalmente o almeno in buona parte dalla label che vi offrirà il contratto) raccoglie un’infinità di artisti che hanno un seguito abbastanza consolidato e solidissime realtà underground con anni di esperienza sulle spalle.

In questo caso lo studio di registrazione, oltre a essere maggiormente affermato e quindi con tariffe meno ‘popolari’, verrà utilizzato anche per la fase di pre-produzione e rimarrà impegnato mediamente per un mese, un mese e mezzo, nei quali oltre alla probabile presenza di un arrangiatore potrebbe essere necessario chiedere aiuto a dei turnisti. Il fonico professionista avrà una parcella elevata, mixaggio e mastering saranno più onerosi e a tutto questo si aggiungerà inevitabilmente il costo di un ufficio stampa e di promozione il più possibile efficiente.

Una volta imparato a orientarsi nello studio di registrazione, è il momento di approfondire le fasi della lavorazione di un album.  Qui si parla della produzione, che di fatto consiste nel dare forma al materiale sonoro creato dagli artisti. Chi si assume questo difficile e fondamentale compito è il produttore.

Il produttore, deve valorizzare al massimo il talento dei musicisti e curare tutte le fasi della registrazione, mantenendo il controllo totale sul lavoro sia per le questioni tecniche che artistiche, tanto che spesso è anche arrangiatore. La sua capacità, la sua esperienza e le sue intuizioni influiscono in modo decisivo sul sound del disco.

Pensate che questo sia un compito facile?

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