
In anteprima su Plindo Music il video della cover di Peter Gabriel riletta da Mattia Faes e raccolta in “Cover, Vol.1”.

Mattia Faes in anteprima per PlindoMusic con il video, ambientato tra le mura domestiche e una biciclettata sulla Martesana, dove esegue “Solsbury Hill” di Peter Gabriel, il brano chiude un EP di cover con cui il cantautore da una sua affettuosa rilettura ad alcuni classici atipici italiani e internazionali.
Mattia Faes pubblica “Cover, Vol. 1”, una piccola raccolta di canzoni (italiane e straniere) che il cantautore milanese si è divertito a riarrangiare negli scorsi anni. Ne esce una serie di tributi personali e affettuosi, fedeli agli originali ma soltanto quanto basta.
In principio furono Youtube e una serie, molto libera, di cover ripensate per essere suonate nella loro totalità da Mattia (ad eccezione di un flauto ospite). Questi cinque omaggi nascono così con quel classico effetto split / multi screen con il musicista che si sdoppia più volte introducendo uno strumento alla volta, genuini ed estemporanei, pensati appositamente per quella piattaforma. Mattia ha poi notato un fil rouge che collegava queste canzoni: diversi punti di vista di amori non convenzionali o disfunzionali.
Solsbury Hill è l’ultimo brano che ho registrato nella stanza-studio dove per sei anni ho mangiato, dormito, vissuto e registrato la mia musica. Ero già sommerso da pile di scatoloni, travolto dal caos entropico del trasloco, ma qualcosa mi ha spinto ad accendere i microfoni un’ultima volta prima di traslocare anche loro. Insieme a mio fratello ho deciso di completare anche la serie di videoclip su YouTube, e così si chiude un cerchio (e si apre una nuova avventura). È una canzone che per me avrà sempre un significato speciale, legata a un momento importante della mia storia.
Mattia Faes
Si parte dall’incontro galante mancato de “L’appuntamento” di Ornella Vanoni seguito dal rock della bad girl “Arabella” in uno dei brani più diretti degli Arctic Monkeys, che qui si ammorbidisce con un tocco jazz. Si punta poi lo sguardo verso l’alto con “God Only Knows” dei Beach Boys e “Volare“ di Domenico Modugno, due classici provenienti da due mondi diversi, entrambi riletti con un arrangiamento ricco e fantasioso.
L’ep si chiude con “Solsbury Hill”, lettera d’addio di Peter Gabriel ai Genesis, ultimo brano registrato da Mattia e dichiarazione di un amore diverso, quello per se stessi: una dichiarazione d’indipendenza (musicale) attraverso un folk-rock sognante dall’atipica ritmica dispari. Nell’artwork a cura del fumettista Guido Brualdi le diverse canzoni sono simboleggiate da una serie di oggetti che circondano il ritratto dello stesso Faes.
Guarda il video di “Solsbury Hill”
Mattia Faes è un cantautore e polistrumentista nato e cresciuto a Milano, dopo un’infanzia tra i dischi jazz e bossanova del padre, a sette anni prende in mano una chitarra acustica e negli anni non la poserà mai. Dopo un diploma di Conservatorio in chitarra classica si perde in una passione senza tempo per il folk anni ’70 di Nick Drake e inizia a sperimentare e a “scordare” la chitarra rompendo le imposizioni della propria istruzione e iniziando a scrivere le prime canzoni.
Prima in inglese e poi in italiano la sua scrittura si fa sempre più trasversale e personale, fra pop, rock, folk e cantautorato i suoi brani sono delicati ed estroversi, leggeri ma sempre significativi. Mattia ha un approccio totalizzante alla musica: di giorno la insegna nelle scuole mentre la sera scrive, compone, si registra e si mixa nel suo home studio dove ha il controllo completo sulle sue canzoni.
Nel 2015 ha registrato il suo primo album “equilibri” ora disponibile soltanto in CD. Negli ultimi anni pubblica una manciata di singoli sparsi in attesa di lanciarsi di nuovo su di un lavoro dal respiro più ampio. Il 1 luglio 2022 è uscito “Via Vela”, primo capitolo di una trilogia di EP pensata per esplorare diverse sonorità, tre diverse incarnazioni degli stili e dei suoni amati da Mattia durante la fasi della sua crescita musicale, perché l’unico modo per rimanere fedeli a se stessi è cambiare costantemente.
A cura di Mirco Assandri