
Lyrics: 1956 to the Present è il doppio volume firmato da sir Paul McCartney alla soglia del traguardo degli 80 anni, e presentato a Londra.

Un autoritratto musicale, dove le note s’intersecano con un fiume di ricordi, emozioni, aneddoti, incontri filtrati attraverso il prisma di 154 sue canzoni. Questo è il racconto destrutturato della vita eccezionale del leggendario ex frontman dei Beatles
Una carrellata di successi intramontabili e pezzi meno noti (finanche qualche inedito), accompagnati dai commenti a margine dello stesso Macca: non solo per spiegare la genesi di capolavori come Hey Jude o A Hard Day’s Night, ma anche per condividere momenti chiave del percorso di un’esistenza intera. Dal primo incontro con John Lennon, che gli incuteva soggezione, alla prematura morte dell’adorata madre Mary; dalla depressione seguita allo scioglimento dei Fab Four; all’amore sconfinato per i figli: onnipresenti nel libro.
Una confessione, intima e delicata, emersa anche nel corso dell’incontro pubblico svoltosi al Southbank Centre di Londra davanti ad una platea di 2700 fans, più o meno giovani. L’incontro è stato trasmesso in streaming in tutto il mondo.
Ancora attivo e sulla breccia a 79 anni (ne compirà 80 il 18 giugno 2022) in Lyrics: 1956 to the Present sir Paul da Liverpool ha voluto aprirsi al pubblico tramite qualcosa di veramente personale, la sua musica. Autentico filo conduttore di un’autobiografia scritta a 4 mani con il poeta Paul Muldoon, e arricchita da immagini di manoscritti, lettere, fotografie tratte dall’archivio di famiglia.
C’è chi tiene un diario, e sfogliandolo ripercorre il proprio passato. Per me questo sono le canzoni, che ho sempre scritto, ovunque fossi. Ogni canzone è un momento della mia vita.
Paul McCartney
Fin dal primo componimento (“già rock’ n’ roll, ma un po’ acerbo”, sorride sul filo della tenerezza): I Lost My Little Girl, scritto nel 1956 a soli 14 anni dopo la morte della madre. Una figura, quella della donna che gli ha dato la vita, che lo ha sempre accompagnato e gli ha ispirato in sogno – rievoca – il titolo di Let it be. Quando la scrisse stava vivendo un periodo di grandi eccessi, beveva decisamente troppo e non solo. Era sempre molto agitato. Una notte ha sognato sua mamma che lo rassicurava; diceva di stare tranquillo, di lasciare andare le cose…let it be. E quando si svegliò, aveva il titolo della canzone.
Altrettanto onirica la nascita di Yesterday: “Non credo nel misticismo o nella magia, ma una notte mi sono entrati in testa gli accordi di Yesterday. Il giorno dopo ho chiesto a John e agli altri se li conoscessero. Pensavo di averla sentita in studio di registrazione giorni prima. Invece no, è venuta fuori cosi”.
L’almanacco di McCartney, in ordine rigorosamente alfabetico (e non cronologico), ripercorre in parallelo quasi 7 decenni di vita e carriera, dai successi planetari dei Beatles alla morte della prima moglie Linda nel 1998, dall’esperienza con i Wings all’amicizia con Lennon, sino agli ultimi anni da solista.
Con John siamo cresciuti assieme e da subito abbiamo avuto un’incredibile fiducia reciproca. Era come salire le scale sempre spalla a spalla, gli ho voluto un bene dell’anima.
Paul McCartney
Fonte Ansa