Perchè collegare tutti i gli account social network spesso si rivela una strategia davvero controproducente?
A volte blog e siti del settore incoraggiano l’utente a collegare gli account dei social network in modo da far apparire lo stesso post su tutte le pagine sociali con il minimo sforzo. Questa operazione è a nostro parere profondamente sbagliata perchè si rischia di trarne più svantaggi che benefici. Capiamo perchè.
Il mondo dei social network può fornire una visibilità che fino a poco tempo fa era quasi impensabile ottenere a costo zero. Tuttavia la visibilità non è tutto e, ancora più importante, è la capacita di affiliare i fan al proprio progetto discografico: in pratica continuare farsi seguire indipendentemente dalla musica o da quel tale evento.
Innanzitutto è bene sapere che ogni social network segue una certa “filosofia” e che il loro successo o fallimento è dato dalla quantità di utenti attivi (cioè coloro che utilizzano sempre i social network per comunicare) che sposano questa filosofia. Facciamo un esempio concreto. Prendiamo in esame Facebook e Twitter, probabilmente i social network più usati. È subito chiaro come il primo sia più interessato ad accumulare tantissimi contenuti e distribuirli secondo un algoritmo preciso nelle bacheche di amici e amici di amici, incentivando quindi quasi in maniera forzata e controllata tutta la circolazione dei contenuti.
Su Twitter le cose sono decisamente diverse ed essere popolari può risultare più complicato rispetto a Facebook. Bisogna sempre rientrare nel limite dei 140 caratteri anche se si postano immagini, video o link (che occupano parte dei caratteri consentiti). Su Twitter un tweet può diventare davvero virale in pochissimo tempo solo grazie agli hashtag (che su Facebook sono poco utilizzati dagli utenti) perchè sulla bacheca si visualizzano solo i contenuti degli utenti che decidiamo di seguire e ciò che loro stessi decidono di condividere a loro volta con i propri followers senza alcun filtro o priorità. Gli utenti di Twitter sono diversi da quelli di Facebook (parliamo sempre di utenti attivi): più diretti e concisi, più appassionati e interessati al mondo della comunicazione (e forse anche più “snob”?).
Ogni social network punta ad una strategia comunicativa eseguita in un modo specifico. Per questo collegare gli account dei social network è un errore: imporre lo stesso tipo di comunicazione a tutti gli utenti che vi seguono sui vostri canali può farli scappar via perchè potreste essere percepiti come coloro che non hanno il tempo di comunicare ai propri fan nello stile che a loro piace tanto (e spesso non nella loro lingua: se i vostri fan sono per lo più italiani sarebbe importate comunicare con loro in italiano mentre spesso gli account collegati postano per voi messaggi in inglese del tipo “The band X has a show on 2014-09-15 at 9pm @ Plindo in Florence”).
Questa è una sorta di mancata attenzione verso i loro confronti e gusti, una comunicazione confusa che loro “non accettano”. Senza considerare che probabilmente (chi può dirlo?) i messaggi che da Twitter finiscono su Facebook sono volutamente poco diffusi da quest’ultimo sulle bacheche dei vostri amici (e amici di amici) e che i post da Facebook a Twitter sono sicuramente mal troncati al fine di farli rientrare nei 140 caratteri che il social network impone per ogni tweet.
Cosa fare quindi? Secondo il nostro parere è fare solo ciò che si riesce a fare al TOP! Questo significa scegliere uno o due social network ai quali siete sicuri di dare l’attenzione che meritano e lasciare perdere tutti gli altri che non avete il tempo e la voglia di capire.
Naturalmente nel mondo web non ci sono regole rigide e sempre uguali da seguire alla cieca, le nostre sono solo frutto dell’esperienza maturata come social manager dei servizi per la discografia di Plindo eLabel e dai dati esaminati dal 2010 fino ad oggi.
E tu cosa ne pensi? Qual’è la tua esperienza?