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Digitalizzazione biblioteche: accesso globale alla cultura

Tempo di lettura: 2 minuti

Da Google Books ai nuovi modelli di accesso alla cultura di tutto il mondo.

Digitalizzazione biblioteche: accesso globale alla cultura
Non più semplici database di libri e documenti ma organismi digitali attivi al servizio della conoscenza. Queste sono le nuove biblioteche digitali.

La digitalizzazione delle biblioteche è un processo che ha mosso i suoi primi passi sin dalla prima rivoluzione di internet.

Digitalizzazione biblioteche: c’era un volta Google Books.

Con una rete internet ormai matura e potente a sufficienza per diventare di li a poco un nuovo “eldorado” per l’economia, nel 2004 Google fu la prima azienda a proporre una sorta di biblioteca digitale universale per organizzare le informazioni di tutto il mondo e renderla accessibile a chiunque.

Questo slancio del celebre colosso della Silicon Valley ha dato il via ad una serie di preoccupazioni da parte delle istituzioni della cultura europea e non solo. Biblioteche e musei hanno così cominciato a strutturare anch’essi una loro strategia di digitalizzazione massiva.

La prima reazione fu quella della Bibliotèque Nationale de France con il progetto “Gallica” a cui in seguito si aggiunse “Europeana”, una vera e propria biblioteca digitale europea dei ventotto paese membri dell’unione. Tuttavia dopo una partenza in grande la volontà di raggiungere l’utopia di una biblioteca universale on line viene scemando.

Digitalizzazione biblioteche: accesso globale alla cultura

Esplorare, gestire e conservare la conoscenza.

Pur mantenendo lo scopo che sin dall’antichità hanno, ovvero quello di scoprire, selezionare e conservare la conoscenza, alle biblioteche del XI° secolo spetta anche il compito di affrontare con creatività le innovazioni tecnologiche nelle modalità di trasmissione delle informazioni.

Digitalizzazione biblioteche: un modello esemplare.

La Biblioteca Vaticana è un modello esemplare di come dovrebbe essere una biblioteca digitale. 80 mila manoscritti, una delle collezioni più importanti del mondo, digitalizzate in formato FITS. Un formato usato dalla NASA per le immagini scientifiche in grado di includere informazioni molto dettagliate all’interno dello stesso file.

Cosa ci si aspetta da una biblioteca digitale? Anche l’organizzazione di un’esposizione virtuale.

Per quello che riguarda le altre biblioteche del mondo, come le Gallerie Estensi di Modena, la nuova tecnologia in supporto della conoscenza si chiama IIIF. La potenzialità di questa architettura sta nella possibilità di selezionare parti di immagini o di testo da un documento per poterle confrontare puntualmente con altri documenti dislocati in tutto il mondo e accessibili grazie a questo standard.

Supporto e consulenza non solo per gli utenti…

Ma non finisce qui. Le biblioteche 4.0 si sono candidate per gestire i famosi Big Data. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno già diversi sistemi bibliotecari impegnati nel supporto e nella consulenza delle procedure gestionali di grandi quantità di dati.

Per concludere le nuove biblioteche digitali sono più di semplici biblioteche e non ci sarebbe da stupirsi se nuovi metodi di gestione e catalogazione si baseranno grazie anche all’aiuto delle intelligenze artificiali.

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