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THE WHO in mostra a Piacenza

THE WHO in mostra a Piacenza
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“THE KIDS ARE ALRIGHT 60 anni di The Who” la mostra a cura di Eleonora Bagarotti. Il 4 novembre speciale incontro con lo scrittore e musicista Antonio Pellegrini.

THE WHO in mostra a Piacenza

Il 4 novembre alle ore 17.00 presso la Galleria Biffi Arte di Piacenza (Via Chiapponi, 39 – ingresso libero), nell’ambito della mostra “THE KIDS ARE ALRIGHT – 60 Anni di The Who”, visitabile fino al 5 novembre, si terrà l’appuntamento con lo scrittore e musicista Antonio Pellegrini.

In questo speciale incontro Antonio Pellegrini dialogherà con la curatrice della mostra, la giornalista e scrittrice, Eleonora Bagarotti sul rapporto tra gli Who e l’Italia. In particolare, verranno ricordati tutti i concerti che la band britannica ha tenuto nel nostro Paese a partire dagli anni ‘60 fino ad arrivare all’ultima data fiorentina dello scorso giugno.

Antonio Pellegrini, nato a Genova nel 1976, è un musicista che scrive canzoni, saggi musicali e spettacoli teatrali. Ha pubblicato i volumi “The Who e Roger Daltrey in Italia” (2016), “Italian Rhapsody. L’avventura dei Queen in Italia” (2019) e “The Who. Long Live Rock” (2022). Da 10 anni pubblica articoli di critica musicale sul proprio blog e collabora con web magazine e riviste.

Sempre il 4 novembre, alle ore 19.30 presso il circolo Arci “Rathaus” (Via Giordani, 4 – ingresso libero), si terrà la proiezione con dibattito del film “Tommy” di Ken Russell. Il lungometraggio è ispirato all’omonimo album dei The Who, considerato una pietra miliare nella storia della musica rock.

La mostra “THE KIDS ARE ALRIGHT – 60 anni di The Who” vuole omaggiare una delle più grandi band rock and roll di tutti i tempi ripercorrendo i momenti più significativi di questi 60 anni di carriera (che cadranno, per la precisione, nel 2024).

L’esposizione alla Galleria Biffi Arte di Piacenza offre in anteprima un percorso di immagini inedite e ufficiali concesse dai fotografi e dalla stessa band, arricchito da riviste, oggetti da collezione e curiosità. 

L’ultima parte dell’esposizione è dedicata ad alcune opere realizzate da artisti contemporanei, espressamente create per la mostra, uniti dall’amore per gli Who e per la loro musica: Marco Botti, Francesco Cabras, Francesco Cervelli, Andrea Clanetti, Gianluigi Colin, Mauro Di Silvestre, Matt Dillon, Marcel Hüppauff, Danilo Filios, Maria Assunta Karini e Francesco Paolo Paladino, Francesca Orelli, Silvia Rastelli, Natalia Resmini, Corrado Sassi, Scimon e Kosmo Vinyl. 

Presente in mostra anche il catalogo in doppia lingua (italiano e inglese) con alcune immagini esclusive del gruppo e delle opere artistiche con testi, analisi e racconti. I proventi dalla vendita del catalogo andranno a favore del Teenage Cancer Trust, progetto benefico sostenuto dalla band.

Orari apertura “THE KIDS ARE ALRIGHT – 60 anni di The Who”:

  • Giovedì 26 ottobre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
  • Venerdì 27 ottobre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
  • Sabato 28 ottobre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
  • Domenica 29 ottobre dalle 10.30 alle 19.30 (visite guidate su prenotazione)
  • Lunedì 30 ottobre chiuso
  • Martedì 31 ottobre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
  • Mercoledì 1 novembre dalle 12.30 alle 19.30
  • Giovedì 2 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
  • Venerdì 3 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
  • Sabato 4 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30

Gli Who hanno ancora molto da dire, oggi. Non solo con le loro reunion e con le versioni deluxe dei capolavori del passato, ma perché le nuove generazioni stanno scoprendo sempre più il valore delle loro opere.

La rivista americana Rolling Stones scrisse che “gli Who formano, con i Beatles e i Rolling Stones, la trinità del rock”. In 60 anni la band britannica guidata dal compositore e chitarrista Pete Townshend ha cavalcato la sottocultura mod, definito per la prima volta il genere rock opera con Tommy e Quadrophenia e tenuto concerti incredibili – fino al recente tour che ha toccato anche l’Italia con Firenze.

Le canzoni di Pete Townshend, grazie all’interpretazione vocale di Roger Daltrey e alla sezione ritmica più energica della storia, hanno dato voce, più di ogni altra band, alla rabbia e alla disperazione del mondo giovanile.

Da “My Generation” a “My Generations”, come suggerisce il racconto di Marco e Gabriele Zatterin, due tra gli autori che hanno contribuito con immagini e scritti a questa iniziativa.

Tra loro c’è anche il fotografo e regista Francesco Cabras, che è stato protagonista, insieme a Zatterin e a Bagarotti, di alcuni incontri d’approfondimento non solo musicale, ma sull’impatto artistico e visuale che il gruppo ha avuto nella cultura e nella società degli anni Sessanta e Settanta in particolare.

A cura di Ilaria Greppi

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