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Cashmere riciclato: l’economia circolare della città di Prato

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L’impatto ambientale della sua produzione rende necessario un cambiamento. Questo a Prato accade già da 100 anni.

Cashmere riciclato: l'economia circolare della città di Prato
Indigo Cashmere non è che una delle aziende presenti nella città di Prato dove si produce Cashmere riciclato.

Il cashmere riciclato è una scelta tessile che molti marchi e grandi firme hanno scelto di adottare a causa della desertificazione provocata dalla sua produzione in mongolia.

A seguito della continua richiesta da parte delle grandi firme e delle catene fast fashion l’aumento delle capre, del loro fabbisogno alimentare così come la rottura dei cicli millenari adottati dai pastori per produrre più lana, ha portato alla desertificazione della regione oltre che al peggioramento delle condizioni di vita dei pascoli.

L’arte di riciclare tessuti.

Prato, città toscana, distretto del tessile più importante d’Italia, più grande d’Europa e di fama mondiale, già da tempo, circa 100 anni, crede nell’economia circolare e nella sostenibilità. La città vanta più di 3000 aziende operanti direttamente nel settore moda, 2000 specifiche nella produzione del tessile di alta qualità.

Una delle aziende tra le più importanti per la lavorazione del cashmere riciclato si chiama Rifò. Nata grazie al crowdfunding è stata concepita per ridurre gli sprechi dell’alta moda. Come molte delle realtà pratesi è votata ad un economia sostenibile ed etica.

Cashmere riciclato: che cos’è?

Questo tessuto viene ricavato dalla rigenerazione di vecchie fibre di cashmere. Il cashmere vergine è un prodotto di lusso ricavato dalla lana prodotta dalle capre hircus tipiche del Kashmire, regione mongola dal clima alpino tipico difficile da ritrovare altrove.

Come il cashmere vergine, se escludiamo l’aspetto al tatto più grezzo, quello riciclato presenta le stesse caratteristiche. Oltre a mantenere la temperatura corporea (caldo in inverno e fresco d’estate) il cashmere è anallergico e traspirante.

Un altro aspetto che fa la differenza è la sua ecosostenibilità. I consumi di acqua, energia elettrica e anidride carbonica necessari alla sua produzione sono inferiori di più del 80% rispetto alla lavorazione tradizionale.

Anche grandi marchi come “Patagonia” hanno scelto di utilizzare il cashmere riciclato per i loro capi.

Per concludere l’arte dei pratesi di rigenerare tessuti è qualcosa di storico e consolidato. Un po’ come l’arte di sapersi reinventare dei toscani citata da Curzio Malaparte nella sua opera.

Se pensate di rinascere Chiara Ferragni leggete l’articolo “Fashion blogger: una nuova figura professionale nel mondo della moda”.

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