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Le mascherine protettive diventano fashion!

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Anche le mascherine protettive fashion sono altamente protettive: ottimizzata piacevolezza con funzionalità

Le mascherine protettive diventano fashion!

Mentre in Europa e negli Usa, è raro vedere mascherine protettive indossate al di fuori degli ospedali, in Cina ed altri paesi asiatici, è una pratica comune utilizzata per proteggere la salute dall’inquinamento e dal contagio di eventuali malattie.

Oggi solo in Giappone, c’è un mercato di 230.000.000 di dollari per queste mascherine protettive con vendite in forte aumento anche in Cina e Corea.

Molti di noi pensano che l’utilizzo di questa mascherina sia legato agli alti livelli di smog che si registrano nei Paesi asiatici e che quindi il loro scopo sia proteggere la salute dagli agenti inquinanti. La realtà però è ben diversa.

L’utilizzo delle mascherine protettive

L’utilizzo della mascherina si è diffuso negli ultimi decenni come buona pratica per ridurre il rischio di contagio e trasmissione di batteri e virus che possono uscire dalla nostra bocca e dal naso. Per esempio, se una persona sa di essere raffreddata o influenzata, se non, peggio ancora, di essere portatrice di malattie più gravi trasmissibili per via orale, per educazione indossa la mascherina così da ridurre al minimo le probabilità di contagio.

Allo stesso tempo c’è chi la indossa per evitare di essere contagiato, anche considerata l’alta densità di popolazione che incrementa le possibilità di contrarre eventuali batteri e virus.

La maschera funge anche da protezione in un ambiente urbano iper-denso e iper-concentrato.

Le mascherine protettive di cortesia, però, non fanno nulla per filtrare il particolato – polvere o inquinamento – e le maschere che fanno quel tipo di filtraggio non sono ancora così popolari. Così, negli ultimi anni, una manciata di aziende hanno iniziato a fabbricare maschere di filtrazione dell’aria progettate specificamente per la moda e la vita quotidiana.

Le mascherine protettive di tipo chirurgico funzionano davvero?

La risposta è sì, a patto che vengano cambiate frequentemente e smaltite correttamente, e che siano associate a una buona igiene personale.

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Mascherine griffate, proteggersi è trend

Le mascherine protettive sono così comuni che le pop star ne influenzano gli stili. Quando alcune band hanno iniziato a indossare maschere nere, ad esempio, la tendenza si è immediatamente diffusa.

Già prima della psicosi virus la mascherina protettiva si è diffusa come accessorio da indossare nei luoghi affollati e anche le griffe le hanno proposte come anti-smog e ora vista la richiesta del mercato, le hanno rilanciate.

Le mascherine protettive di Fendi, per esempio, erano già in vendita prima dell’allarme Coronavirus del 2020. Sono in pura seta nei colori tipici della maison e hanno un prezzo da “investimento” in accessorio di vero lusso: 190 euro ciascuna.

Una mascherina per osare i più

E poi c’è chi la mascherina la utilizza da sempre per altre ragioni: come metafora, potentissima, strumento per nasconderci e osare essere ciò che vogliamo. Ricordiamo il rapper romano Junior Kelly che per andare a Sanremo non ha scelto la solita maschera antigas, ma è arrivato sul red carpet con una mascherina fashion ricoperta da un pavè di scintillanti Swarovski. È invece un feticcio anche per Myss Keta che sulla scelta di nascondere il viso dietro una maschera dice:

Non avere una faccia ti consente di dire sempre la verità.

Intanto la ricerca per le mascherine protettive è diventata spasmodica come come quella per gel e salviette disinfettanti. Tante ormai sono le farmacie che espongono cartelli in cui invitano la clientela a non chiederle. 

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