Designer e brand progettano mascherine innovative, dispositivi futuristici e di largo consumo.
La nostra vita è radicalmente cambiata in un batter d’occhio: si esce solo per necessità e indossando rigorosamente mascherina e guanti.
La mascherina è un accessorio che fino a poco tempo fa era un costume tutto orientale e ora si è diffuso a livello globale, entrando a far parte della cultura occidentale.
Per questo motivo, sono sempre più numerosi gli esempi di aziende, anche giovani, che hanno deciso di mettere a punto le loro conoscenze e competenze nella produzione di mascherine innovative.
Uscire da casa con la solita mascherina monocolore o addirittura chirurgica, infatti, non sembra affascinare gli individui più creativi, che a dispetto della monotonia delle solite mascherine, hanno scelto una versione innovativa della mascherina, tirando fuori risultati sbalorditivi.
Mascherine innovative by Narvalo
Narvalo nasce sui banchi della Scuola del Design del Politecnico di Milano. Nella testa di un giovane designer italiano di origini olandesi, Ewoud Westerduin, a riconoscere la potenzialità del progetto è Venanzio Arquilla – Professore del Dipartimento di Design e suo relatore di tesi – che lo aiuta a svilupparla. Siamo nel settembre del 2018.
L’idea è interessante e viene incubata da POLIHUB, nell’ambito dell’iniziativa Switch to Product. Il programma che valorizza soluzioni innovative, nuove tecnologie e idee d’impresa proposte da studenti, ricercatori e docenti del Politecnico di Milano. L’idea è pronta per affrontare il mare aperto.
La mascherina è interamente prodotta in Italia, realizzata in tessuto 3D, è traspirante, lavabile, idrorepellente e antistrappo e filtra il 99,9% degli agenti inquinanti oltre a virus, batteri, polveri ed odori, grazie allo strato in carbone attivo. Inoltre è dotata di una valvola di espirazione studiata per assicurare grande traspirabilità. E prevede anche un tappo “anti-Covid” che, se applicato, blocca la fuoriuscita di goccioline anche durante l’espirazione.
Le mascherine Narvalo sono 100% Made in Italy, fatte con materiali antistrappo e lavabili e i suoi creatori garantiscono un’alta respirabilità.
Il filtro è dotato di una parte esterna idrorepellente, caratteristica che ne prolunga la vita utile e ne permette l’uso anche con la pioggia e una fascia interna a contatto con la pelle, con esclusivo materiale anallergico e idrorepellente.
Mascherine ecologiche by Cappello Group
Il made in Italy progetta DROP, la mascherina innovativa contro il coronavirus che non si butta mai, riutilizzabile grazie alla possibilità di cambiare esclusivamente il filtro.L’azienda siciliana Cappello Group, con seda a Ragusa, ha progettato DROP, la mascherina ecosostenibile che non si butta mai, riutilizzabile all’infinito; basta solo cambiare il filtro ogni giorno.
Questa mascherina hi-tech è molto funzionale perchè riduce l’impatto ambientale e i costi delle famiglie: infatti si compra una sola volta e può essere lavata e igienizzata in ogni momento.
Realizzata in gomma termoplastica anallergica, contiene un filtro di protezione in triplo strato idrorepellente. È un prodotto totalmente Made in Italy, con marchio CE e certificato come dispositivo medico classe 1.
I filtri intercambiabili di Drop sono realizzati in materiale idrorepellente e certificati dal fabbricante. Protegge grazie ad una trama in triplo strato che blocca il passaggio delle particelle più grandi già al primo stadio di Spunbond (PET), e quelle di dimensioni ridotte, con lo strato di Meltblown (PBT) centrale, per i filtri DF01 o di Politetrafluoroetilene (ePTFE) per i filtri DF02. Lo strato ulteriore di Spunbond consente di filtrare l’aria allo stesso modo nella fase di espirazione.
Conclusioni
Progettare mascherine innovative, per le aziende, non è solo un fattore di business ma anche sociale. Da qui l’idea e la necessità di creare dei dispositivi protettivi che ci consentano di stare insieme senza correre dei rischi.
Noi ci siamo dedicati maggiormente a soddisfare le richieste producendo mascherine sartoriali di stoffa, artigianali e belle, perché dopotutto sono un accessorio che portiamo in pieno viso e che vorremmo esprimesse qualcosa di noi, magari sostituendosi a un sorriso.
